C14/Spazi variabili

Uno spazio variabile all’interno dell’organismo abitativo può essere costituito di locali aggiuntivi in affitto indipendenti dall’alloggio e/o offrire la possibilità di unire tra di loro degli alloggi o parte di essi oppure di separarli. Con l’utilizzo di spazi variabili si reagisce in modo appropriato ai cambiamenti strutturali che si verificano all’interno dell’economia domestica.

Gli spazi variabili sono valutati a livello quantitativo, in base alla superficie complessiva di tutti i locali progettati sin dall’inizio per essere affittati o subaffittati, come atelier, uffici, mansarde o locali aggiuntivi in prossimità degli alloggi. Questi spazi non possono essere direttamente destinati a un singolo alloggio, i locali commutabili, per esempio, non possono essere calcolati sotto questa voce (cfr. glossario «locali commutabili»). Gli spazi variabili vanno inoltre contrassegnati come tali nei piani, avere una superficie minima di 10 m2, essere illuminati naturalmente, areati e riscaldati. Se l’illuminazione e la ventilazione è garantita da una finestra posta in alto all’interno della cantina, le superfici sono calcolate a metà. La superficie complessiva è divisa per il numero complessivo di locali di tutti gli alloggi interessati. A complemento della quantità si possono ottenere punti alle voci qualità e innovazione.

Almeno il 30 % degli alloggi può essere modificato per quanto attiene le dimensioni. Nuclei infrastrutturali, accessi e vani delle porte sono posizionati in modo conveniente dal punto di vista statico. 0 oder 1 Punkt

Almeno il 30 % dei locali affittabili a titolo complementare è provvisto di locali igienico-sanitari e/o di un angolo cottura. 0 oder 1 Punkt

I locali affittabili a titolo complementare hanno dimensioni tali da permettere a un modulo-superficie di 14 m2 di trovare posto (cfr. dima «Flessibilità di utilizzazione»). 0 oder 1 Punkt

Le seguenti innovazioni contraddistinguono l’abitazione per quanto concerne il C14 Spazi variabili: 0 oder 1 Punkt